È difficile stabilire se il Liber Antimaquis (libro delle opere spirituali di Aristotele e dei segreti di Ermete) rappresenti la traduzione diretta di un insieme di trattati di magia ermetica, con diversi titoli nei manoscritti arabi, o l'adattamento posteriore di una precedente versione.
Tuttavia, possiamo dire con certezza che esso contiene la rivelazione di Aristotele al suo allievo Alessandro Magno dei secreta di Ermete.
Il testo latino omette la cronologia cosmica e la mitologia e altre parti presenti nel corpus arabo, privilegiando i passi che esaltano la grandezza dell'uomo e il suo potere.
Le altre corrispondenze con la tradizione araba riguardano la prassi magica, i nomi degli spiriti astrali e il loro dominio sulle substantiae terrenae.
Il De amicitia vel inimicitia planetarum deriva probabilmente da una traduzione ebraica e costituisce una breve sezione del Liber Antimaquis, con degli elementi comuni ad esso nel contenuto e non nella forma.
Segullat ha moah ("Le virtù del cervello umano") è il titolo di un frammento ebraico di cui non si hanno riscontri nella tradizione araba, ma che corrisponde in parte al Liber latino.
It is difficult to determine whether the Liber Antimaquis (book of the spiritual works of Aristotle and the secrets of Hermes) represents the direct translation of a set of treaties on Hermetic magic, with several titles in Arabic manuscripts, or the adaptation of a previous version.
However, we can say with certainty that it contains Aristotle's revelation of the secreta of Hermes to his student Alexander the Great.
The Latin text omits the cosmic chronology and mythology and other parts contained in the Arabic corpus, focusing on the steps that exalt the greatness of man and his power.
The other correspondences with the Arab tradition concern the practice of magic, the names of the spirits and their astral dominion over substantiae terrenae.
De amicitia vel inimicita planetarum is probably derived from a Jewish translation and is a short section of the Liber Antimaquis, with shared elements in its content but not in its form.
Segullat ha moah ("The virtues of the human brain") is the title of a Jewish fragment with no matches in the Arabic tradition, but which partly corresponds to the Latin Liber.