Abbreviatio in I Sententiarum Aegidii Romani
L'Abbreviatio in I Sententiarum Aegidii Romani di Giacomo da Viterbo è stata a lungo considerata una forma abbreviata della ordinatio del Commento di Egidio Romano al primo libro delle Sententiae
BPHV raccoglie testi significativi del sapere medievale e rinascimentale,
nelle versioni occidentali ed orientali, secondo una duplice organizzazione:
a) geografica, dove l'accento è posto sul rapporto tra i centri in cui il sapere si sviluppa e si irradia verso le periferie:
b) tematica:
L'Abbreviatio in I Sententiarum Aegidii Romani di Giacomo da Viterbo è stata a lungo considerata una forma abbreviata della ordinatio del Commento di Egidio Romano al primo libro delle Sententiae
Il libro dell'agricoltura nabatea è stato tradotto in arabo nel X secolo a partire da materiali siriani risalenti ai secoli III-V d.C.
Gli autori originari del Libro della Agricoltura Nabatea sarebbero fondamentalmente tre, tutti proprietari terrieri provenienti da una regione a sud di Bagdad e vissuti in epoche diverse.
Il 6 Novembre del 1516, a Bologna, vede la luce il Tractatus de immortalitate animae.
L'opera viene stampata nel 1566, a cura di Dorandino Falcone di Gioia, il quale traduce una precedente versione latina che però vedrà la luce solo nel 1602.
Asclepius è la traduzione latina di un originale greco del secolo II o III, intitolato Logos teleios e compreso talvolta erroneamente fra le opere di Apuleio (secolo II).
Bocados de oro o Bonium
Capitulum de arbore borissa è un breve trattato contenente la spiegazione delle proprietà magiche, alchemiche e mediche della borissa, una pianta che appartiene al genere delle Lunarie.
Si tratta di un florilegio di cento aforismi astrologici di origine araba, composto da Stefano di Messina tra il 1258 e il 1266 e dedicati a Manfredi di Sicilia.
Edizione latina e commento in due libri del Centiloquium pseudo-tolemaico, tradotto integralmente da Pontano dalla versione originale in greco.
Il Compendium Aureum, noto anche come Tractatus de septem herbis septem planetis attributis, accompagna il De consideratione quintae essentiae del francescano Giovanni di Rupescissa (secolo XIV) in numerosi manoscritti.
I dialoghi di argomento filosofico, attribuiti ad Ermete Trismegisto e composti tra il I e II secolo d.C, vengono riuniti nel Corpus Hermeticum ad opera del dotto bizantino Michele Psello.
Per tutto il Medioevo se ne perdono le tracce, fatta eccezione per l'Asclepius, che circola in una versione latina.
Il De summa hominis dignitate dialogus qui inscribitur Via Christi et Crater Hermetis è un dialogo filosofico scritto in prosimetro. I protagonisti sono Ludovico Lazzarelli, il re di Napoli Ferdinando I e Giovanni Pontano.
Lazzarelli svolge il ruolo di maestro e profeta. Egli indica ai suoi discepoli, attraverso un cammino ermetico e cristiano, la via che conduce alla felicità e alla salvezza.
Di questo testo possediamo l'autografo dell'autore, conservato nell'Archivio dei Lincei e appartenuto al fondatore dell'Accademia, Federico Cesi.
Trattatello etico relativo ai costumi del cortigiano risalente agli anni 1493-1494.
Il De Chymicorum cum Aristotelicis et Galenicis consensu ac dissensu liber, tradotto in inglese come “Chymiſtry Made Eaſie and Uſeful. Or, the Agreement and Disagreement of Chymiſts and Galeniſts”, è tra gli scritti più importanti di Daniel Sennert, medico e chimico Tedesco della prima metà del XVII secolo, che rivestì il ruolo di Professore di Medicina all’Università di Wittenberg.
Trattatello sul comportamento dell'uomo di rango, riconducibile alla seconda fase dell'elaborazione etica di Pontano, successiva alla scrittura del De principe, del De obedientia e del De fortitudine.
Trattato etico che si colloca nella prima fase dell'elaborazione teorica di Pontano, risalente agli anni 1480-1490.
Trattato etico in tre libri centrato sul rapporto virtù-fortuna, pubblicato nel 1512 a Napoli, a cura di Pietro Summonte, per i tipi di Sigismund Mayr.
Trattatello di carattere etico risalente alla seconda fase dell'elaborazione teorica di Pontano, successiva alla scrittura del De principe, del De obedientia e del De fortitudine.