A Giacomo da Viterbo si deve una raccolta di circa 225 sermoni, trasmessi in un codice unico, autografo: i sermoni risalgono al periodo dell’episcopato napoletano di Giacomo (1302-1307/8) e risultano disposti secondo i cicli de tempore e de sanctis, ma includono anche esortazioni a canonici, neo-ordinati, comunità religiose e alcune orazioni funebri.
Il manoscritto è mutilo dell'inizio, ma le prime parole suggeriscono la fine di un sermone in onore di Sant'Aspreno, risalente al 3 agosto dell'anno 1303, primo nel quale Giacomo celebrava a Napoli la festa del santo proto-vescovo; l’ultimo sermone è quello della Dominica prima post Pentecosten. In consecratione moniale.
Concepiti per essere pronunciati nel corso di celebrazioni liturgiche, i sermoni presentano una struttura molto schematica e, in diversi casi, il testo raccoglie solo i punti essenziali della predicazione.
Vi sono, però, anche dei sermoni più ampi, nei quali viene rispettata l’impostazione tipica del sermo modernus: vi è un thema, ossia il passo biblico da cui prende spunto il discorso ed avente lo scopo di offrire fondamento teologico a quanto viene successivamente esposto; vi sono degli exempla, vale a dire aneddoti biblici, mitologici o anche tratti dalla storia (civile o anche ecclesiastica); vi sono delle rationes, veri e propri cardini dello sviluppo argomentativo del discorso, che rivelano una ben precisa prospettiva filosofico-teologica alla quale il predicatore sceglie di aderire.
I sermoni sono inediti ad eccezione di due sermoni de mortuis in via di pubblicazione.
James of Viterbo is the author of a collection of nearly 225 sermons, transmitted only by an autograph code.
The sermons date from the period of James' episcopate (Naples 1302-1307 / 8) and are arranged in cycles de tempore and de sanctis: they also include exhortations to the canons, newly ordained, religious communities and some funeral orations.
The manuscript is mutilated at the beginning, but the first words suggest the end of a sermon in honor of saint Asprenus, dating to the 3 august 1303, which is the first year in which James celebrated the feast of the Neapolitan proto-bishop.
The last sermon is the Dominica prima post Pentecosten. In consecratione moniale.
Delivered during liturgical celebrations, sermons are very schematic and, in several cases, the text contains only the essential points of preaching.
There are also broader sermons, which meet the typical setting of sermo modernus: there is a thema, i.e. the biblical passage, that inspires the speech and has the purpose of offering theological foundation to what is subsequently exposed; there are exempla, namely anecdotes drawn from biblical or mythological or even civil or ecclesiastical history; there are rationes, on which the argumentation of the sermon is founded: they reveal a very precise philosophical-theological perspective, to which the preacher joins.
The sermons are unedited, except for two sermons de mortuis, in course of publication.
Giacomo da Viterbo - James of Viterbo
Maestro agostiniano, successore di Egidio Romano nella reggenza dello studio eremitano a Parigi (1293-1297) e Lector principalis dello studium napoletano (1300-1302), Giacomo appare uno dei più lucidi testimoni del dibattito filosofico-teologico alla fine del XIII secolo.
Per questa ragione era noto ai contemporanei come Doctor speculativus, gratiosus, inventivus.
Sebbene sia solitamente annoverato tra i più significativi rappresentanti della cosiddetta "scuola egidiana", la sua opera appare caratterizzata da una grande libertà di giudizio nei confronti di Egidio. A questi preferisce talora le posizioni di Tommaso d'Aquino ed Enrico di Gand.
Augustinian master, successor of Giles of Rome in the regency of the hermit studium in Paris (1293-1297) and lector principalis of the studium in Naples (1300-1302), James is considered one of the most lucid witnesses of the philosophical-theological debate at the end of the thirteenth century.
For this reason he was known to his contemporaries as Doctor speculativus, gratiosus, inventivus.
He is usually considered one of the most important representatives of the so-called "egidian school". His work appears to be characterized by great freedom of judgment against Giles. To Giles' positions James sometimes prefers those of Thomas Aquinas or Henry of Ghent.