Tractatus de quindecim stellis
Nell'Antipalus maleficiorum di Tritemio, un elenco dei libri negromantici, si trova citato questo liber attribuito al profeta Enoch.
Nell'Antipalus maleficiorum di Tritemio, un elenco dei libri negromantici, si trova citato questo liber attribuito al profeta Enoch.
Nel XXXII capitolo del secondo libro del De occulta philosophia Cornelio Agrippa richiama una raccomandazione dell'astronomo arabo Thabit sul modo di captare la virtus di una determinata stella procurandosi la pietra e l'erba che le sono assoc
Redatto in Spagna negli anni 1047-1051, l'originario testo arabo intitolato Ghayat al-hakim è stata tradotto in castigliano nel 1256, presso la corte di Alfonso X el Sabio.
Il Liber de virtutibus herbarum è un trattato sui segni zodiacali e i sette pianeti associati a piante medicinali, definito da Jonathan Smith "uno dei testi più preziosi per la comprensione della vita religiosa nella Tarda Antichità".
È difficile stabilire se il Liber Antimaquis (libro delle opere spirituali di Aristotele e dei segreti di Ermete) rappresenti la traduzione diretta di un insieme di trattati di magia ermetica, con diversi titoli nei manoscritti arabi, o l'adattamento posteriore di una precedente versione.
Capitulum de arbore borissa è un breve trattato contenente la spiegazione delle proprietà magiche, alchemiche e mediche della borissa, una pianta che appartiene al genere delle Lunarie.