Il De summa hominis dignitate dialogus qui inscribitur Via Christi et Crater Hermetis è un dialogo filosofico scritto in prosimetro. I protagonisti sono Ludovico Lazzarelli, il re di Napoli Ferdinando I e Giovanni Pontano.
Lazzarelli svolge il ruolo di maestro e profeta. Egli indica ai suoi discepoli, attraverso un cammino ermetico e cristiano, la via che conduce alla felicità e alla salvezza.
Riprendendo l’esegesi concordista medievale - per cui Ermete Trismegisto era riconosciuto come il profeta pagano della rivelazione cristiana -, Lazzarelli racconta in prima persona dell’illuminazione ricevuta dal Nous-Cristo.
A conclusione dell’opera viene recuperato il mistero ermetico della generazione di anime divine, tramite il quale il vero uomo potrà giungere al regno dei Cieli e alla conoscenza divina.
LUDOVICO LAZZARELLI
Ludovico Lazzarelli, detto il Septempedanus, nasce a San Severino Marche il 4 febbraio 1447.
Conduce i suoi studi di greco, ebraico, astrologia e matematica a Teramo.
Successivamente si reca a Venezia e poi a Padova, dove compone il De apparatu Patavini hastiludii.
Tra Roma, Camerino, Ferrara e Napoli redige opere di carattere letterario, filosofico e astrologico quali il De gentilium deorum imaginibus (1471), i Fasti Christianae religionis (1482-1494), il De Bombyce (1490 ca.) e il Prometheus (1468).
Nel 1481 conosce l’alchimista Giovanni Mercurio da Correggio che lo inizia alle dottrine ermetiche e al quale Lazzarelli dedica la sua traduzione delle Definitiones Asclepii (1507), gli ultimi tre trattati del Corpus Hermeticum latino.
Tra il 1486 e il 1494 redige la sua opera più celebre, il De summa hominis dignitate dialogus qui inscribitur Via Christi et Crater Hermetis.
Lazzarelli muore a San Severino Marche il 23 giugno 1500.